Si tratta di patologie dovute all'infiammazione dell'ùvea, ovvero iride, corpi ciliari e coroide, che rappresentano la tunica vascolare del bulbo oculare.
Le uveiti si presentano con intolleranza alla luce (fotofobia), dolore oculare, diminuzione della vista (visus) e lacrimazione, mentre quelle anteriori croniche sono asintomatiche o possono presentarsi con lieve rossore e visione di mosche volanti la cui frequenza dipende da fattori geografici, genetici, sociali ed ambientali.
Si distinguono in base alla localizzazione anatomica in anteriori, intermedie, posteriori e panuveiti. Tra le anteriori la più frequente è quella associata all’artrite giovanile idiopatica, mentre tra quelle posteriori la più frequente è quella da Toxoplasma.
La frequenza delle uveiti è simile nei due sessi, tranne che per alcuni casi specifici di uveiti legate a patologie sistemiche.
La diagnosi viene effettuata in base ad una accurata anamnesi e all’esame clinico, supportati da test di laboratorio ed altre indagini strumentali. La gravità dei sintomi nell’uveite anteriore è molto variabile, si va dall’assenza di sintomatologia (artrite idiopatica giovanile) a sintomi molto severi (uveiti associate all’HLA-B27).
All'esame oculistico nelle uveiti anteriori l'occhio appare molto rosso (vasi intorno alla cornea assumono un aspetto violaceo e si dilatano); la cornea non è più trasparente ma mostra delle opacità (precipitati corneali); l'umore acqueo, che occupa la camera anteriore, appare torbido per la presenza di cellule infiammatorie, mentre nell'iride compaiono delle alterazioni visibili all'esame con lampada a fessura (noduli dell'iride), segni che si attenuano nelle forme croniche.