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Giornata dell'Oftalmologia, SOI: fare di più per la salute visiva
Piovella: buone prospettive, ma ancora troppi elementi critici
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Milano, 22 mar. (askanews) – In occasione della Giornata nazionale dell’Oftalmologia del 22 marzo, la Società Oftalmologica Italiana, per bocca del suo presidente Matteo Piovella, rinnova le proprie considerazioni sulla situazione della cura della vista nel nostro Paese, che presenta grandi prospettive, ma anche elementi di difficoltà. “Le cose sono note – ha detto ad askanews – abbiamo grandi potenzialità e potremmo assistere un grande numero di persone, ma abbiamo delle difficoltà di organizzazione e di tipo logistico. C’è una vera rivoluzione nella chirurgia della cataratta che oggi incredibilmente riesce a eliminare ogni tipo di difetto visivo, sia da lontano, sia da vicino. Ma questo, siccome strutturalmente è complicato, non è un servizio usufruibile nel Sistema Sanitario nazionale e questo è molto penalizzante”.
Il dottor Piovella, poi si rivolge direttamente al ministro della Salute: “SOI è riconoscente al ministero e al ministro della Salute Orazio Schillaci, perché ha capito perfettamente il problema, ma anche lui ammette che questa difficoltà di un informare tra le regioni quello che è necessario fare è veramente qualcosa che sembra un ostacolo insormontabile. Incredibilmente quella che tutti pensano sia la regione più virtuosa e come la Lombardia ha delle difficoltà organizzative dovute a una alta burocrazia e a una scarsa competenza”.
In Lombardia in particolare per SOI il problema è legato alla decisione di non prevedere più la figura dell’anestesista negli interventi per la cataratta. “Oggi l’intervento di cataratta, che è estremamente utilizzato, con 650mila interventi ogni anno, è considerato dai pazienti un interventi sicuro, con la certezza di un miglioramento. Se noi non sosteniamo il grosso problema di ridurre a zero il rischio di complicazioni questo si vanifica per tutto. La presenza dell’anestesista permette al paziente di essere operato senza dolore, senza fastidio, in assoluta sicurezza”.
Sicurezza che deriva anche dallo svolgere periodicamente le visite di controllo, secondo un calendario che la Società ricorda una volta di più: “È molto semplice – ha concluso il dottor Piovella – bisogna fare una visita oculistica alla nascita, una entro i tre anni, il primo giorno di scuola, dagli 8 ai 14 anni, per contenere la miopia che sta diventando epidemica, poi si fa un salto a 40 anni e fino a 60 anni ogni due anni. Dopo i 60 anni una volta l’anno. È un’assicurazione che permette a tutti di vedere bene. Ricordo anche che da qui a 10 anni è previsto il raddoppio delle persone cieche, proprio perché non si riesce a ottemperare a questa organizzazione virtuosa”.
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