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Adnkronos

Aggiornato il

22/05/2019 13:12

Roma, 22 mag. (AdnKronos Salute) - Un indirizzo scritto su una busta, un

sms arrivato sul cellulare, un trafiletto sul quotidiano. Non ci sono mai stati

problemi per leggerli. Oggi, con un gesto istintivo, che finora abbiamo visto

fare a molti, allunghiamo il braccio per vedere meglio il testo. È questo il

giorno, che per molti di noi arriva dopo i 40 anni, che segna l'avvento della

presbiopia, un difetto di vista dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco oggetti

posti a meno di 40-50 centimetri. Se ne parla in occasione del 17°

Congresso internazionale della Società oftalmologica italiana (Soi), che si

inaugura oggi al Roma Convention Center 'La Nuvola'."La presbiopia è una

condizione parafisiologica, cioè non rientra nei parametri della normalità, ma

non rappresenta neppure una patologia", spiega Luigi Mele, oculista presso

l'Unità operativa oculistica dell'Azienda Universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli.

"In condizioni normali, il muscolo ciliare, un gruppo di fasci muscolari

presenti nell'occhio, cambia la curvatura della nostra lente naturale chiamata

cristallino attraverso un processo fisiologico e involontario chiamato

accomodazione: questo ci permette di mettere a fuoco sulla retina immagini

di oggetti posti a distanze differenti; con l'avanzare dell'età, questa capacità

di accomodare si riduce progressivamente, in quanto la forza di contrazione

del muscolo ciliare diminuisce e il cristallino diventa più rigido: ecco perché

molti di noi sono costretti ad allontanare il foglio di giornale per riuscire a

leggere distintamente".Il difetto inizia dunque a manifestarsi nella maggior

parte delle persone dopo i 40 anni. Esistono però casi d'insorgenza più

precoce. Ma nel caso della presbiopia come condizione parafisiologica legata

all'età, il progresso della tecnologia con cui si realizzano le lenti ha portato a

una notevole trasformazione dell'intervento correttivo per coloro che hanno

anche un concomitante vizio refrattivo quale miopia, ipermetropia o

astigmatismo. "Per queste persone, le prime lenti disponibili sono state le

lenti bifocali, quelle con una mezzaluna nella parte bassa - ricorda Mele -

uscite parecchi anni fa, permettevano di mettere a fuoco gli oggetti lontani

guardando dritto davanti a sé e quelli vicini guardando verso il basso".

L'evoluzione quasi logica sono state le lenti trifocali. "Le lenti trifocali sono

seguite alle bifocali, e aggiungevano una terza zona per permettere di

mettere a fuoco a distanza intermedia. I risultati tuttavia non sono stati

quelli sperati perché queste lenti causavano disturbi della visione, con 'salti

d'immagine' e problemi d'adattamento decisamente maggiori rispetto alle

lenti bifocali, e sono presto cadute in disuso". Da qualche anno, la tecnologia

ottica si è sviluppata al punto da rendere disponibili lenti cosiddette

multifocali, chiamate anche lenti progressive, che permettono di mettere a

fuoco in modo continuo su tutti i piani focali, dalla distanza massima fino ai

40 centimetri canonici per leggere il giornale."Nel caso delle multifocali -

conclude l'esperto - si sono succedute nel tempo tre generazioni di lenti: la

prima dava ancora qualche problema di adattamento, superati poi nelle

generazioni successive. Ora le lenti sono perfettamente tollerabili. Per chi

inizia a soffrire di disturbi della vista da vicino, o di affaticamento della vista

dopo ore passate al computer, il consiglio è quello di rivolgersi a un medico

oculista di fiducia, che saprà diagnosticare il difetto visivo e prescrivere le

lenti più adatte per la correzione".

Medicina: presbiopia incubo 'over 40', con lenti

moderne vista torna giovane

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40', con lenti moderne vista torna giovane

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Data

Pagina

Foglio

22-05-2019

044271

SOI - Web

Pag. 315