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  • Sep

    06

    2022

SOI INFORMA - Storia della SOI 1998/2022 - Capitolo secondo

 

 

SOI INFORMA

Storia della SOI 1998/2022

Capitolo secondo

Siamo a fine 1997: la percezione generale attualizzava la perdita da parte dell’Accademia del ruolo trainante ma al tempo stesso non riusciva ad individuare chi o cosa fosse in grado di sostituirla. Mancanza di Cultura, non conoscenza delle Regole, totale disorganizzazione con assenza di Principi Giuridici e Etici. La nuova “Rivoluzione” incredibilmente sostenuta da una singola Persona si diffondeva priva di ostacoli o limitazioni. Sembrava non esserci alcuna reazione quasi che l’onta subita fosse per l’Eternità. Molti ascoltavano e molti eseguivano, ma tutti erano preoccupati e desideravano limitarmi se non eliminarmi. Nessuno avrebbe mai pensato potesse accadere: la SOI la più antica e tradizionale Società Medico Scientifica Specialistica con una storia ultracentenaria non era più proprietà e strumento dei professori Universitari. Fu uno “scandalo” che penalizzo e discriminò l’Oculistica Italiana per oltre 20 anni. La mia azione solitaria del 1997 mi ha dato l’opportunità di individuare i nominativi per completare i 10 posti in Consiglio Direttivo SOI. Ma nessuno aveva fatto nulla ne era disponibile a impegnarsi liberamente e nessuno aveva avuto uno specifico ruolo ne si era mai personalmente esposto per sostenere tutto quello che poi siamo riusciti ad ottenere.

Immaginate che nessuno dei componenti del primo Consiglio Direttivo SOI era legato alla mia Persona e nessuno di loro aveva sottoscritto un patto di reciproco sostegno o un qualsivoglia accordo condiviso. Pietro Ducoli era in lista con l’avallo di Mario Stirpe mentre Paolo Vinciguerra era stato gentilmente imposto da Vito de Molfetta. Alberto Montericcio privo di qualsiasi ruolo o significatività mi serviva come quota Libero Professionista per far quadrare i conti delle eventuali votazioni della Giunta Esecutiva. Nominarlo, contro il parere di tutti data la sua inconsistenza e inaffidabilità Vice Presidente SOI è stata la cosa più strumentale personalmente sostenuta e finalizzata in 25 anni di SOI. E’ stato necessario per far capire da subito a tutti i Consiglieri che conoscevo le loro strategie e i loro collegamenti e che alla fine contro di me avrebbero perso. Avevo conosciuto Alberto a Video Cataratta il congresso di Lucio Buratto, e dopo varie suppliche (lui originario di Trapani, era scaricato da tutto e da tutti, dopo essersi specializzato a Pavia con Morone e “frequentava” senza successo la clinica dell’Ospedale Sacco direttore Bertoni) gli consentii di farmi da secondo in Clinica Zucchi e di operare alcuni suoi pazienti nonostante non avesse alcuna esperienza pratica come scoprii solo successivamente. Giorgio Tassinari è sempre stato per me come un Fratello Maggiore fin dai tempi dell’AIF. Il primo Chirurgo principe del segmento anteriore e del segmento posteriore. Una persona brava e affidabile dotata della capacità di prevedere 10 anni prima lo svolgersi delle situazioni. Rimane Raffaello di Lauro di cui ricordo solo un intervento inopportuno durante l’effettuazione del primo CD. Poi vi erano tre universitari Pier Enrico Gallenga, Cesare Bisantis e Alfredo Reibaldi, Maestro e mentore di Teresio Avitabile. Il Presidente Mario Zingirian, grazie a Dio, mi ha molto aiutato: mi ha preso per mano e mi ha permesso di comprendere e di orientarmi   in una situazione totalmente ostile i cui burattinai desideravano solo eliminarmi nel più breve tempo possibile. Una grande e Brava Persona che non sono riuscito a sostenere e difendere come avrei dovuto: troppo giovane, troppo inesperto troppo prevenuto nei confronti di una Accademia che ieri come oggi per me resta la peggiore dimostrazione di quello che un Medico non dovrebbe mai pensare ne fare. Quanto a Umberto Merlin, nominato a ragion veduta Vice Presidente Vicario SOI (nelle mie intenzioni avrebbe dovuto succedere a Mario Zingirian alla Presidenza SOI primo Presidente Ospedaliero - quindi non Universitario). Conoscevo il modo di pensare di Lucio Buratto e le conseguenti strategie. Lucio è una Persona molto riservata con una volontà di ferro e un complesso e articolato modo per interagire con le Persone e i Colleghi in particolare. Orfano di padre prima ancora di nascere a causa della follia degli uomini ha subito la penalizzazione di tanti anni lontano da casa per frequentare collegi che non amava compresi quelli dell’ONAOASI di Perugia per arrivare alla laurea in medicina. All’AIF era imbarazzato al momento di ogni elezione: incredibilmente si sentiva potenzialmente messo in discussione mentre in realtà mai nessuno avrebbe potuto non rieleggerlo. Ma lui è fatto così. Lui è Lucio. Così più volte ho tirato la giacca a Egidio dal Fiume per chiedergli di prendere in mano la situazione per sostenerlo. Egidio da Signore e Uomo di Esperienza rispettato da tutti durante la cena elettorale si alzava, otteneva la giusta attenzione e parlava così: voglio a nome di tutti ringraziare il Presidente e il Consiglio Direttivo dell’AIF per le cose straordinarie fatte che sono sotto gli occhi di tutti. Per questo vi invito a votarli tutti insieme nuovamente perché nessuno potrebbe fare meglio di Lucio di Giorgio di Luciano di Aldo e di Matteo. Spettacolare. Unica reazione un caloroso applauso condiviso da tutti. Potete immaginare il finale. Questo modo di agire, Lucio lo ha applicato anche in SOI e del resto regolarmente io l’ho sempre tenuto al corrente, per quanto ritenevo necessario delle possibili evoluzioni delle mie attività e azioni. Per essere significativi e vincenti non si può avere tutti contro. Avevo proposto a Lucio nel 1997 di fare lui il Presidente della SOI così come nel 1991 gli proposi di fare il Presidente AIF. Lucio affermò che no, era meglio lasciare all’Università la Presidenza della SOI perché non dovevamo stravincere. Concentriamoci sulle cose che ci interessano diamo il meno fastidio possibile e andiamo avanti. Subito gli proposi Umberto Merlin quale Vice Presidente Vicario: ne fu soddisfatto, per lui Umberto non avrebbe mai potuto rappresentare un pericolo o una semplice difficoltà.

Nel gennaio 1998 si riunì il primo Consiglio Direttivo SOI. La votazione per le cariche sociali rispettò gli accordi anche se fu motivo di successive ulteriori discussioni per quanto sopra descritto. Nessuno approvava la nomina di Alberto Montericcio quale Vice Presidente SOI e a nessuno era gradito che in giunta esecutiva vi fosse come Universitario solo quel galantuomo di Mario Zingirian.

In seguito ogni discussione fu sprecata su chi doveva dirigere quel simposio su chi doveva essere Maestro dell’Oftalmologia su quale Relazione Ufficiale e su chi doveva organizzarla. Nessuno si interrogava sulla critica situazione economica della SOI sulla sua organizzazione e su come farla crescere ed uscire dal letargo in cui era da tempo precipitata ne tantomeno nessuno si occupava delle difficoltà professionali o delle criticità proprie dell’Oculistica. Il primo anno nominai Maestri dell’Oftalmologia Rosario Brancato, Lucio Buratto e Egidio dal Fiume e il messaggio fu forte chiaro e ben recepito. Decisione mia nessun tentativo di replica. Era necessario così era doveroso comportarsi così.  Alla fine della prima riunione del CD Raffaello di Lauro si siede di fianco e mi spiega che non devo prendere le cose di petto e che devo imparare a essere molto più flessibile. Con l’arte dell’esperienza mi indirizza per farmi comprendere che ognuno dei convenuti si è seduto perché era indispensabile poter ricevere il giusto compenso. Perché ognuno di loro doveva poter portare a casa qualcosa. In caso contrario mi ammonisce per le mie difficoltà già evidenziatesi durante la mattina appena trascorsa: a non ascoltarlo tutto diventerà sempre più difficile.

Lo stesso anno in primavera ricevetti una lettera da parte di un collega,  ricordo vice segretario Apimo, che in sintonia con la metodologia adottata nei miei confronti mi scrive che “la calunnia è un venticello” e di stare attento ai conflitti di interesse perché anche se non faccio nulla di disonesto strumentalmente mi possono fare del male. Tutto perché avevo chiesto a mio fratello Luca amministratore delegato di una azienda farmaceutica non operante in campo oftalmologico di procurare soldi con la pubblicità per sostenere il Notiziario SOI che era nettamente in perdita e che era un costo per SOI e non fonte di sostegno. Mio fratello si impegnò duramente mise i conti in attivo e non fu mai pagato per il lavoro effettuato. Semplice. Normale. La leggenda stava prendendo il volo.

Al di la di queste situazioni sorprendenti mi rimboccai le maniche e da solo, tra lo sconforto e la preoccupazione totale del “mio” Consiglio Direttivo liquidai Medicina Viva e il Mitico Patron Cioni che da innumerevoli anni avevano avuto la responsabilità organizzativa del congresso nazionale SOI organizzato all’Hilton. Nel 2000 convinsi Maria Moretti Rossi professionalmente perfetta nell’organizzare congressi medico scientifici, con esperienza manageriale in una delle più affermate agenzie congressuali italiane e gli diedi incarico, senza avere in cassa una lira, di organizzare, rifondandolo il congresso SOI senza ricorrere ad agenzie organizzative ma utilizzando solo la segreteria SOI. Maria fu straordinaria: assunse due ragazze, fece lavorare come free lance altre persone di sua fiducia e con la sua assidua presenza in sede SOI costruì con merito un vero miracolo. Maria formò l’organizzazione congressuale della SOI per ben 8 anni fino all’insorgere della malattia che poi se la portò via. Su iniziativa personale nel 1998 per ben 10 anni convinsi l’avvocato Gian Carlo Muccio sulle potenzialità di crescita di SOI per diventare la Società Medico Scientifica Specialistica più affidabile e rispettata del nostro Paese. Lo convinsi sfruttando il fatto che Giancarlo aveva una terribile nostalgia dei Ministeri romani, in quanto suo padre era stato Direttore Generale del Ministero della Salute. Quelle situazioni Kafkiane a volte totalmente ingiuste lo affascinavano e lo motivavano incessantemente: Persona di grande cultura e preparazione professionale non sopportava le ingiustizie e le prevaricazioni. Disprezzava le persone ignoranti e inaffidabili ma era sensibile al fascino dell’apparire e del calcare il palcoscenico dove si decideva la Storia. Fu lui a presentarmi il Prof Paolo D’agostino, cattedra di diritto penale università di Torino, probabilmente il maggior esperto italiano sulla gestione delle banche, delle regole vincolanti le carte di credito e astro nascente condizionante il mondo assicurativo e le sue regole selvagge. Paolo è stata la Persona maggiormente significativa nel sostenere lo sviluppo e la crescita di SOI lavorando in totale affidabilità.

Mi fermo qui. Mille sono le cose fatte, mille sono state le idee le cose impossibili su cui nessuno puntava ma semplicemente attuate. Bastava aver la capacità di rispettare le regole e di farle rispettare a tutti nessuno escluso. Durante il congresso di novembre 1998 Mario Zingirian fu duramente e crudelmente attaccato dalla Accademia perché ritenuto responsabile per aver condiviso il percorso del “Barbaro”.  Durante l’intervento all’assemblea annuale si paragonò a un Capitano che governava con impegno una nave preda di una improvvisa tempesta ma con una ciurma che non rispondeva più alle sue pressanti sollecitazioni. Ma l’Accademia lo aveva bollato e emarginato. Ricordo il commento di Francesco Bandello che lo paragonava impietosamente alla figura di Renato Frezzotti di cui elogiava il carisma e la significatività. Troppo stressato troppo impegnato a sopravvivere e a parare gli attacchi non compresi la situazione: i riti malsani dell’Accademia non mi avevano mai coinvolto ne condizionato. Lo compresi tardi quando Mario mi pregò di sedermi al tavolo della presidenza in occasione della cena sociale perché tutti si erano rifiutati di sedersi a tavola con lui. Che brutte persone. Conobbi la signora Astrid e mi pentii di non aver sostenuto e difeso Mario come giusto e come meritava. Altri commensali al tavolo furono Costantino Bianchi e Signora.

Nel 1998 in corso di incontro con le aziende Mario fu un gigante: erano presenti persone a me totalmente sconosciute. Con modo diretto, confidai al mio vicino di sedia la mia convinzione che molte aziende attivavano senza vergogna il comparaggio nei confronti dei Medici Oculisti e che questo rappresentava una difficoltà che, insieme, SOI e aziende avrebbero dovuto poter superare per il bene di tutti. Apriti cielo! Marcello Stagni si alzò in tutta la sua fisicità e ad alta voce interpretando il miglior genere di sceneggiata possibile informò tutti i presenti circa le offensive affermazioni del segretario SOI nei confronti di tutte le aziende italiane. Un delirio, senza saperlo mi ero imbattuto nel Maestro del comparaggio, nell’uomo che stava organizzando una metodologia condizionante un numero eccessivo di medici oculisti, nella persona che quando c’era da sostenere economicamente le esigenze dei suoi riferimenti interveniva senza esitazioni: una volta pagando la pubblicazione di un libro, l’altra inventandosi “ricerche semiserie” retribuite negli studi professionali e tanto altro ancora. Per lui le regole non sono mai esistite, e ne hanno fatto le spese principalmente il Cavalier Benanti e tutti quanti non condividevano il suo “brillante” modo di agire. Ha costituito strumentalmente anche il club di quelli che possedevano una Porsche. Impagabile.

Per questo recentemente in un post apocalittico sosteneva che la SOI era anche delle aziende per tutti i soldi che obtorto collo vi avevano impegnato. Marcello è il Mito oggi non più onorevolmente spendibile. Mario intervenne consapevolmente con energia:  e con due parole chiuse la partita e tutti tornarono a sedersi come se nulla fosse successo. Il vento era cambiato.

Nei tre anni del primo mandato, la SOI era un cantiere in continua espansione. Il rancore da parte degli oppositori cresceva ogni giorno di più ma le continue novità e azioni mai viste prima li avevano seppelliti come meritavano. Tutto digitalizzato, badge personalizzati controlli professionali: un congresso internazionale. Pagamento della quota associativa solo da parte dei Medici Oculisti con percorso rintracciabile. Nel 2011 Henry Chibret insignito dell’ Honorary SOI Award diede pubblica testimonianza ringraziandomi per aver trasformato la SOI da piccola provinciale e poco significativa Società Medico Scientifica a protagonista Internazionale del Mondo dell’Oftalmologia.

La crescita e il rilancio di SOI si sviluppavano in parallelo alle attività di APIMO definita una società professionale dai due fondatori Cucco e Tucci. Una attività portata avanti con capacità e personalità che fece crescere APIMO e il suo congresso di primavera normalmente organizzato a Montecatini tanto da prendere gli spazi lasciati liberi da SOI. Ci si avvicinava ad un avvicendamento dei ruoli in APIMO e questo faceva gola a una parte di relativamente giovani universitari che riconoscevano quale loro leader Emilio Balestrazzi. Decisi che per il bene dell’Oftalmologia si doveva convergere in una fusione tra SOI e APIMO nel senso che APIMO doveva confluire in SOI per responsabilizzare SOI per tutta la parte istituzionale e politica che allora era stata coltivata da Tucci, al solo scopo di ottenere risultati di attenzione e sostegno maggiormente significativi. Anche qui non fu semplice ,vi sembrerà incredibile ma riuscii nel mio intento nonostante tutti fossero contrari a ridurre le poltrone. Come? Semplice! Utilizzando allo scopo la vanità di Emilio Balestrazzi. Non sapevo nulla di Emilio, solo che era Presidente di APIMO. Oggi al contrario ho raccolto e collezionato tutti i fatti  per poter contenere la “Leggenda” sostenuta e attivata strumentalmente dalla figlia Alessandra. Una vera esperienza ossessionante.

Ma parliamo di storia. Emilio fine anni 70 è a Bari alla corte di Giuseppe Scuderi motivato ad impadronirsi della cattedra di Oculistica di Roma nel momento in cui decide con l’appoggio di Quagliarella – già potente Rettore dell’Università di Bari evoluto quale consigliere molto significativo di Aldo Moro di calare l’asso e trasferirsi a Roma approfittando della  scomparsa di Gian Battista Bietti avvenuta al Cairo dove esperto internazionale si recava per studiare il tracoma causa cardiopatia.

Nessuno degli aiuti di Bari era disposto a seguire Giuseppe Scuderi. Tranne Balestrazzi che era ai tempi solo, povero lui, ospedaliero e non universitario, in cambio dell’assicurazione di poter diventare primo aiuto. Scuderi ottenne lo sdoppiamento della cattedra di Roma e quindi fu il primo fondatore della seconda cattedra e si portò Balestrazzi, Vanni Scorcia, Recupero e udite udite Vittorio Picardo. La situazione per Emilio non era la migliore. A  Vanni Scorcia era stato assegnato il segmento anteriore, lui si era dovuto assegnare la retina chirurgica dato che Giuseppe Scuderi  veniva dalla vecchia scuola di anatomia patologica e aveva esperienza di chirurgia degli annessi e di tracoma come normale a quei tempi. Certo Scuderi faceva venire tanti stranieri per crescere. Tanto che questo gli fu d’aiuto quando venne eletto Presidente dell’Accademia Internationalis l’unico che nella storia dell’Accademia non parlando una sola parola d’inglese si avvaleva dei servigi di Vittorio allora factotum e a detta degli oppositori, facente funzione. A Roma Emilio sulla retina aveva difficili compagni e molti valenti competitori: da Pannarale ormai troppo impegnato a sostenere la sua clinica privata e dai suoi due allievi Schirru e Santillo con cui non vi era partita. Dall’altro lato Mario Stirpe, che qualche anno prima della scomparsa di Bietti era diventato primario al CTO, era una figura sicuramente ingombrante e molto capace. Ma ai quei tempi la qualità della chirurgia della retina non poteva essere valutata dai poveri pazienti e tutto funzionava come doveva funzionare. Rilevo solo che oggi nessuno riconosce particolari attitudini chirurgiche per quanto riguarda la retina ad Emilio. Ma Emilio non se ne curava anche perché sempre insoddisfatto. Cosi incominciò a considerare irrispettosamente Giuseppe Scuderi cercando di sostituirlo nei fatti. Emilio amava essere al centro dell’attenzione:  lui doveva essere il più bravo il più bello quello il più ricercato e adulato. Così fece la Primadonna al congresso europeo sui tumori a Roma organizzato ovviamente da Giuseppe Scuderi. Coincidenze? Dicerie? Sta il fatto che Giuseppe Scuderi prese la palla al balzo e lo esiliò a L’Aquila: Emilio accusò il colpo. Andò a L’Aquila perché sapeva che Bucci sarebbe stato presto chiamato a Roma. Era convinto di stare pochi mesi. Ci passò più di 20 anni e questo lo trasformò nell’Edmond Dantes de noi altri tradito e segregato nel castello d’If.

Per chiudere l’APIMO feci leva sulla sua smodata ambizione. Gli sventolai davanti agli occhi la possibilità che la giusta decisione per concludere il mio obiettivo era quella di presentare alle elezioni SOI lo scontro tra il presidente SOI uscente Mario Zingirian e il Presidente APIMO uscente Emilio Balestrazzi. Convinto di battere Mario accettò senza né pensare ne discutere. Non poteva immaginare ne comprendere di aver dimostrato la sua inadeguatezza e assenza di visione.

Continua……

Matteo Piovella – Presidente SOI

 


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