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  • Dec

    18

    2017

COMUNICATO STAMPA SOI: CHIAREZZA E TRASPARENZA NEL RAPPORTO FRA PROFESSIONI SANITARIE E CITTADINI

Le Professioni Sanitarie che attuano Diagnosi e Cura sono Fuori Legge per esercizio abusivo della Professione Medica. Le Procure Italiane attivate da SOI per impedire che, in emergenza, la diagnosi più importante venga effettuata da un Infermiere: il tutto all’insaputa del Paziente e per questo in contrasto con la nuova legge sul Consenso Informato. L’approvazione degli articoli del Decreto Lorenzin finalizzati a blandire categorie professionali non sanitarie sarà perfettamente inutile. E questo irriterà chi gestisce la Sanità Italiana sostenendo le illecite e pericolose regole che non vengono nemmeno più applicate nel Terzo Mondo Fortunatamente in Italia i Pazienti consapevoli ed informati pretendono l’immediata presenza del Medico e si rifiutano di farsi curare da chi non ha la formazione, l’esperienza, la capacità e la competenza ed i requisiti di legge per poterlo fare. Oltre il danno anche la beffa. In tutto il mondo nessuna assicurazione risponde per i danni commessi nell’esercizio di attività che sono al di fuori dall’ambito strettamente professionale: in Italia, alla fine oggi dei danni commessi dagli infermieri risponde (solo) il medico. Altrimenti non si spiegherebbe come un infermiere in Italia oggi paghi solo 50 euro di assicurazione annua. Milano, 18 dicembre 2017 La Legge Italiana da sempre afferma: non è consentito sottrarsi al rispetto della legge adducendo la mancata conoscenza della stessa. Il Presidente della SOI Matteo Piovella ha coinvolto il Ministero della Salute e la Magistratura italiana allo scopo di far prendere consapevolezza che impedire l’abuso di esercizio della Professione Medica è la chiave di volta su cui si fonda la tutela e la sicurezza dei Pazienti e l’efficienza del Sistema Sanitario Italiano. L’assistenza sanitaria si può attivare solo nella stretta osservanza dei due principi posti a fondamento dell’esercizio (esclusivo) della Professione Medica: la diagnosi e la cura. Grazie alla presa di responsabilità e di posizione di SOI ora lo vedono tutti. Gli equivoci degli ultimi 20 anni sono stati spazzati via. Tutti i bla bla bla che si sentono a destra e manca circa il profilo di studio, le attività autorizzate e soprattutto l’autonomia professionale, in genere, messe tutte insieme appassionatamente per giustificare l’autocertificazione operativa delle Professioni Sanitarie, sono state sovrastate e rese assolutamente inutili dal principio inalienabile che solo il medico ha la responsabilità della diagnosi e della cura del paziente. E il mancato rispetto della legge comporta il reato di esercizio abusivo della professione. Quindi tutti gli esercenti le Professioni Sanitarie siano consapevoli che non può bastare appellarsi alla parola magica “Equipollenza” per certificare di aver di aver effettuato un percorso che non è mai esistito. Anche se gli infermieri si sono ricordati di fare domanda di “equipollenza professionale”: cosa che il Ministro della Pubblica Istruzione ha recentemente affermato di non essersi ricordata, a suo tempo, personalmente di fare. La Sanità cura la Gente ed è responsabile della vita della Gente: niente più e niente meno. Quindi niente più Case della Salute a Roma gestite e condotte da Infermieri su decisione illegittima del Politico poco responsabile di turno. Chi fa diagnosi e cura? Lo Spirito Santo? Quindi niente più cartellini verdi rossi gialli arcobaleno attribuiti con “diagnosi” effettuate da Personale inappropriato incompetente ed incapace. Tutte opzioni che finiscono con condannare i pazienti che hanno la disavventura di doversi rivolgere ad un Pronto Soccorso ad una esperienza da terzo mondo: sulle scelte fondamentali fatte da personale inadeguato, ogni giorno migliaia di cittadini mettono a rischio la loro vita. Situazioni paradossali in cui risulta “normale” aspettare fino a 9 ore prima di veder comparire un Medico . un’esperienza che può colpire chiunque: in qualunque città. Ed è ora che qualcuno spieghi ai cittadini il senso di costituire dei reparti ospedalieri a conduzione infermieristica: in cui, per usare una vecchia definizione, il “Primario è un Infermiere”. Solo una strategia politica miope e pericolosa, sensibile solo al risparmio per il risparmio può produrre soluzioni così assurde. Soluzioni raggiunte esclusivamente sulla mancanza di comunicazioni ai pazienti: provate a chiedere ad un paziente che si reca ad un Pronto Soccorso se ritiene corretto che il codice di riferimento della gravità della sua situazione clinica sia definito da un infermiere o, invece, da un medico; magari di grande esperienza, visto che si tratta della decisione più importante della sua vita. Come è noto, l’attribuzione di un codice giallo invece che rosso può veramente ed effettivamente salvarti la vita. E i recenti fatti di cronaca ne hanno dato impietosa testimonianza. Ma ormai è evidente: questa politica incompetente ed irresponsabile si irrita quando sente parlare di correttezza, di legittimità, di sicurezza . Semplice, chiaro ed evidente a tutti. Ma ci sono ancora persone che non conoscono la legge o che, conoscendola, ritengono di poterla manipolare a loro piacimento. Da ultimo occorre sottolineare l’esigenza per tutti ad armonizzarsi al rispetto dei principi su cui si fonda il consenso informato recentemente aggiornati con l’approvazione della legge sul fine vita. Oggi occorre affermare con forza che il Cittadino italiano ha il diritto dovere di conoscere con chiarezza e trasparenza il titolo di studio le capacità professionali (e le conseguenti responsabilità) del professionista sanitario che lo sta ricevendo, valutando (“curando”) e di sapere – con chiarezza e trasparenza - se si tratta di un Medico o di un Infermiere; di un oculista o di un ortottista. Più semplicemente: se ha di fronte un professionista in grado di salvargli la vita applicando la miglior cura. Invece no. Non lo vogliono fare. La ragione è evidente: se ci fosse chiarezza e trasparenza tutti i pazienti (attenzione: tutti) chiederebbero di essere visitati da un medico soprattutto se da questo dipende il loro percorso ospedaliero. E’ totalmente evidente. Questa azione virtuosa promossa da SOI, sostiene il Presidente Matteo Piovella, è una ulteriore opportunità per fornire alla cittadinanza uno strumento formativo utile e mirato, affinché tutti possano assumere consapevolezza sui propri diritti ad avere informazioni chiare in materia di salute. E metterli perfettamente nella condizione di far valere i propri diritti e di poter intervenire quando soggetti ad abusi e discriminazioni. Cosi dice la Costituzione. Così si deve salvare il Servizio Sanitario Pubblico. Tutto questo si riverbererà positivamente anche sulle attività di tutte le Professioni sanitarie oltre che sulla assistenza sanitaria erogata ai Cittadini.



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